Nonostante il divorzio, ho il diritto di elaborare il lutto

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Nonostante il divorzio, ho il diritto di elaborare il lutto
Ho avuto una relazione con il padre del bambino per diciassette anni, di cui dieci di matrimonio. Sette anni dopo il divorzio, mio figlio, allora tredicenne, trovò suo padre morto nell’appartamento. Solo poche persone mi sono state vicine dopo la morte del mio ex marito. A quanto pare, chi mi circondava pensava che, in quanto divorziata, fossi abituata a essere indipendente.
Sono stata particolarmente colpita dal fatto che la sorella del mio ex marito non mi ha mostrato alcuna empatia. Quando è entrata nell’appartamento del defunto, la prima cosa che ha voluto sapere è se avesse lasciato un testamento. Poi ha voluto diventare la tutrice dei miei figli per poter amministrare l’eredità. Né io né i miei figli siamo stati coinvolti nell’organizzazione del funerale, solo il mio denaro è stato accolto per pagare il funerale. Il mio nome è stato inserito nell’ultima riga del necrologio. L’impressione è che i miei due figli non abbiano mai avuto una madre. Ciononostante, la mia ex cognata trovò opportuno chiedermi i soldi per il conto del necrologio un anno dopo. La biografia del mio ex marito fu raccontata durante il servizio funebre. Fu omesso che fosse mai stato sposato.
Ho dovuto intervenire per tre settimane finché l’autorità locale non è stata disposta a rilasciarmi un certificato di morte come divorziata. Ne avevo bisogno per richiedere al tribunale un certificato di eredità per i miei figli. All’inizio, l’autorità locale ha fornito tutte le informazioni solo alla sorella del mio ex marito. Alla fine ho trovato il coraggio di spiegare alla sorella del mio ex marito che i miei figli erano gli unici eredi e non avevano bisogno di lei come tutore. Un anno dopo, il KESB ha esaminato il mio dossier e sono stata ufficialmente nominata tutore di mio figlio tredicenne. Il figlio maggiore aveva già diciotto anni all’epoca.
Mia madre, il mio ex ragazzo e due miei amici mi hanno sempre sostenuto. Ma molte persone intorno a me si comportavano in modo irritante. Era come se avessero difficoltà a condolersi con me. Il mio datore di lavoro non capiva il mio dolore. Dopo quattro mesi, non ce l’ho fatta più e me ne sono andata. Fortunatamente ho trovato un lavoro ben retribuito grazie a un’ulteriore formazione. Ora lavoro al 100% e quindi non ho bisogno di alcuna indennità supplementare.
Ora il Consiglio federale vuole addirittura abolire la pensione di vedovanza dal primo pilastro per le donne sotto i 55 anni (ma si sta votando per una tredicesima pensione di vecchiaia AVS). Purtroppo i nostri regimi di previdenza sociale dipendono ancora dal sesso e dallo stato civile e non tengono conto di chi deve crescere i figli. Non c’è ancora un’assistenza all’infanzia a prezzi accessibili. Fortunatamente non ne ho più bisogno.
Tanja Widmer (nome modificato su richiesta)
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